da Amabili Confini | 24 Mag 2018 | Commenti
Riceviamo e pubblichiamo con piacere un commento da parte di Fabio Volpe, uno dei partecipanti alle edizioni 2017 e 2018 di Amabili Confini. Nella bellissima mail che ci ha inviato, Fabio ci ringrazia perché, ispirato dalla partecipazione al nostro progetto di rigenerazione sociale delle periferie mediante la narrazione, ha deciso di seguire una scuola di Scrittura creativa a Roma. Non solo: Fabio fa ora parte di una rivista letteraria – “Spleen-nostalgia di storie sconosciute”, che partirà a Giugno 2018 – e ha scritto un romanzo intitolato “Luci di carta”, che ha terminato da poco di scrivere.
Buona lettura!
Fragili,trasparenti.
Come bolle di cristallo galleggiamo sull’acqua. Brilliamo al sole, lucide e levigate, lasciandoci trasportare lentamente verso una meta sconosciuta. Non sappiamo dove ci porterà la corrente ma ci lasciamo cullare sentendo il profumo del mare. Rotoliamo su noi stesse e facciamo attenzione a non urtare; ascoltiamo il canto delle sirene e ci facciamo guidare.
Racchiudiamo una pergamena arrotolata che ricorda le antiche mappe dei tesori nascosti, quelle giallo ocra con i bordi arricciati. Quelle preziose, da preservare nel tempo, annodate da una corda ispida e nodosa. È solo nostra, la accarezziamo dell’interno, sfiorandola con i nostri pensieri più intimi. Non sappiamo quando toccheremo la terra ma sentiamo il bisogno di raccontarci, di renderci partecipi di una rete di pensieri forti, immagini felici, sorrisi rassicuranti. Guardiamo la nostra pergamena, ci scriviamo fino a riempirla con le nostre frasi, le nostre parole, le nostre emozioni; abbiamo bisogno di parlare dall’interno, nascondendoci dietro storie o frasi che passano dalla mente alle mani…e dalle mani alla carta per liberarci di qualcosa o, semplicemente, per lasciare un segno della nostra esistenza. E quando ci rileggiamo, restiamo stupiti dalla nostra mente, dalla nostra anima.
Viaggiamo per giorni, affrontiamo tempeste, mattine torride, notti insonni, cieli stellati e, quando vediamo una lingua di terra dal verde rigoglioso, ci lasciamo trascinare a riva, esauste ma felici. Ci abbandoniamo sulla sabbia e tratteniamo il fiato fino a scoppiare; ascoltiamo il vento tra gli alberi e aspettiamo le mani che ci raccoglieranno, gli occhi che ci leggeranno e che, con cura, uniranno tutte le nostre pergamene, incastrandole una ad una, fino a creare una meravigliosa storia d’amore tra una città e i suoi abitanti.
Tutto questo è follia.
Tutto questo è armonia.
Tutto questo, è la sana competizione tra persone sconosciute che hanno voglia di aprirsi al mondo, conoscere luoghi o, semplicemente, vogliono viaggiare dentro se stessi e riscoprire, con stupore, tesori nascosti sotto la polvere del tempo.
Tutto questo è magia.
Tutto questo, è amabili confini.
Fabio Volpe
da Amabili Confini | 30 Giu 2017 | Commenti, Edizione 2017, Racconti
di Elena Varvello
Ci sono posti che tolgono il fiato. Ci sono persone che vale la pena d’incontrare. Ci sono progetti a cui sentiamo di voler contribuire, semplicemente perché sono importanti e potranno determinare un cambiamento – e noi crediamo ancora nel cambiamento, crediamo ancora che sia possibile.
A volte ci accade di arrivare in un posto così. A volte abbiamo la fortuna d’incontrare persone del genere. A volte ci imbattiamo in un progetto importante.
Eppure succede di rado, lo devo ammettere, che in un posto da togliere il fiato vivano persone che vale la pena d’incontrare, persone che sono l’anima e il cuore di un progetto che ha valore e che potrà determinare un cambiamento.
Quando succede, non possiamo far altro che esserne grati. Quando succede – se succede – sarà impossibile dimenticare quel posto, quelle persone e quel progetto.
Ecco quello che penso, tornata a casa da Matera da qualche giorno, dopo l’incontro con Francesco Mongiello e Sergio Gallo e tutte le persone che lavorano insieme a loro – il cui entusiasmo e la cui passione meriterebbero un racconto a parte – e dopo aver avuto la fortuna di partecipare ad Amabili Confini, uno dei progetti culturali più coraggiosi e autentici in cui sia stata coinvolta in questi ultimi anni.
Non c’è bisogno che mi dilunghi cercando di spiegare quanto Matera ti possa togliere il fiato. Non sarei in grado di trovare le parole giuste neppure se ci provassi. Vi posso dire che mi guardavo in giro e che scuotevo la testa e che dovevo avere un’espressione inebetita stampata sulla faccia, la tipica espressione di quando sei senza parole ed è il silenzio, lo sai, a rendere giustizia a quello che ti circonda. È il fatto di camminare sulla Storia e dentro la Storia, certo, ma c’è anche qualcosa che ha a che fare con la luce e con il cielo e con i colori di Matera, con le sue prospettive che cambiano continuamente, come se Matera ti si muovesse davanti agli occhi, con il sentirsi piccoli di fronte a tanta bellezza e, nello stesso tempo, privilegiati, parte di una meraviglia che scorre come l’acqua e come il vento tra le sue strade.
Matera ti toglie il fiato. Ma poi ci sono le persone, dicevo, e Amabili Confini, un progetto di cultura partecipata per la rigenerazione delle periferie della città. Lasciate che sottolinei quanto siano dirompenti e rivoluzionarie, in tempi come questi, le espressioni “cultura partecipata” e “rigenerazione delle periferie”.
La cultura dovrebbe essere partecipata, sempre, e invece troppo spesso si arrocca in certi luoghi, si chiude in certe stanze, si volta dall’altra parte, indifferente o supponente.
La cultura è – dovrebbe essere – l’intreccio di tutte le nostre esistenze, di tutte le nostre esperienze. È – dovrebbe essere – condivisione, ascolto e partecipazione, appunto.
Amabili confini è un gesto di apertura, è una porta che si spalanca, è l’aria fresca che penetra dentro una stanza chiusa. Vuol dire andare nelle piazze di quelle che vengono chiamate le periferie, sedersi gli uni accanto agli altri e ascoltare le storie di uomini e donne, ragazzi e ragazze, che vivono le loro vite temendo di non avere niente da raccontare, temendo che quelle storie, le loro, non interessino proprio a nessuno. Invece ci interessano e valgono moltissimo e vanno raccontate. Così come valgono le periferie, magari meno luccicanti e appariscenti dei centri delle nostre città, eppure vive e vitali e piene di amore e di sofferenza, di gioia e dolore, di fallimenti e rinascite.
Mi sono seduta in piazza Tre Torri a Matera, qualche giorno fa. Ho avuto il privilegio di ascoltare alcune storie, d’incontrare i loro autori e di parlarne con loro. Il giorno dopo ho raccontato la mia, La vita felice, e sono stata ascoltata davvero.
Partecipazione e condivisione, è questo il punto.
I cambiamenti più grandi e più duraturi possono incominciare così: in una piazza lontana dal centro, una bella serata di giugno, con persone che vale la pena d’incontrare, in un posto talmente bello da togliere il fiato.
Il testo “Amabili Confini” di Elena Varvello pubblicato nella pagina culturale nazionale della Gazzetta del Mezzogiorno
da Amabili Confini | 30 Giu 2017 | Commenti, Edizione 2017
Riceviamo e pubblichiamo, sempre con piacere, anche le riflessioni dello studente Francesco Contini del Liceo Classico “E. Duni” di Matera, sulla sua partecipazione ad Amabili Confini.
Buona lettura!
“L’anima non è un vaso da riempire, ma un fuoco da suscitare.” (Plutarco)
Amabili Confini è stata una straordinaria opportunità per suscitare il fuoco dell’entusiasmo, della condivisione, della consapevolezza che nulla può dare più forza di una passione profonda e purificatrice.
La lettura, quella attenta, appassionata, educata, ha questo effetto: apre le menti, alimenta la progettualità, esalta il desiderio ardente di trasformare un sogno in progetto e poi … relativizza. Sì, relativizza la situazione dei singoli a quelle descritte e vissute dai personaggi dei libri, e nel relativizzare offre opportunità di confronto e crescita. Perché, alla fine, siamo un po’ tutti come Madame Bovary: imprigionati nella tetra ripetitività e sempre alla ricerca del diverso, di una passione mai saziabile, di una irraggiungibile felicità.
Costruiamo la nostra felicità e crediamo nelle nostre passioni con il confronto, arma di cambiamento e rinnovata fiducia che un semplice libro, finestra del pensiero, può alimentare. Un libro, infatti, è il luogo sicuro che accoglie l’anima e le permette di immergersi nelle emozioni di cui ha bisogno nel momento in cui si sceglie di leggerlo, perché, come riporta l’iscrizione sulla biblioteca di Tebe, la lettura è “medicina per l’anima”.
Questa straordinaria iniziativa costituisce la medicina per una città che può fare davvero cultura, quella vera, solo integrando e coinvolgendo. Le periferie urbane e le periferie sociali, Amabili Confini lo dimostra, sono il motore con cui ripartire per presentarsi pronti alle sfide future.
Francesco Contini
IV D Liceo Classico “E. Duni”
da Amabili Confini | 28 Giu 2017 | Commenti, Edizione 2017
Riceviamo e pubblichiamo, con molto piacere, le riflessioni della studentessa Angela Rizzo sulla sua partecipazione ad Amabili Confini.
Buona lettura!
Con Amabili Confini abbiamo avuto la possibilità di confrontarci con diverse realtà che ci hanno rivelato il nostro passato, donandoci le linee guida per il futuro. Abbiamo incontrato un’autrice giovanissima, Viola Di Grado, vincitrice del premio Campiello Opera Prima, che ha gentilmente e con pazienza risposto alle nostre mille domande riguardo il suo ultimo romanzo, Bambini di Ferro, ambientato in un futuro non precisato in Giappone.
Nella sua visione distopica ci ha voluto spiegare che l’amore perfetto non esiste, siamo umani ed è normale sbagliare qualche volta. La scrittrice, attraverso le sue risposte, ci ha trasmesso quei sentimenti che da sempre contraddistinguono la cultura orientale, e più in particolare quella buddista, quali il rifiuto del materialismo e del consumismo. La purezza che caratterizza questa religione, erroneamente imitata qui in Occidente, è parte integrante di Bambini di Ferro in cui, contemporaneamente alla vicenda in sé, ci viene raccontata la vita di Buddha quasi paragonata alla realtà moderna.
Questa esperienza mi è stata di grande ispirazione e ho avuta la fortuna di incontrare tante persone, tra cui ragazzi della mia età, che mi hanno aiutata e con cui ho potuto condividere ogni mio parere nella più assoluta tranquillità. Esperienza assolutamente da rifare.
Angela Rizzo
V A Servizi Commerciali
IIS Morra
da Amabili Confini | 26 Giu 2017 | Commenti, Edizione 2017
Riceviamo e pubblichiamo, con tanto piacere, le riflessioni dello studente Marco Guida sulla sua partecipazione ad Amabili Confini.
Buona lettura!
La mia esperienza con l’autrice ma pure filosofa laureata in lingue orientali, Viola Di Grado, ospitata dall’associazione “Amabili confini” è stata nutriente. Ci capita poche volte di avere un contatto diretto con un/una scrittrice/scrittore. Viola Di Grado ha quindi avuto l’occasione di presentare il suo ultimo romanzo “bambini di ferro” che riprende l’educazione e lo stile di vita a cui sono sottoposti i bimbi in Giappone, a Matera il 23/06/17 nella piazza antistante alla chiesa “Del purgatorio”. Un GRAZIE a tutto questo lo devo però ad Amabili Confini, in primis al presidente e fondatore Francesco Mongiello e alla mia prof. di diritto Patrizia Mongiello per avermi invitato ad interagire con la scrittrice attraverso domande poste da me dopo aver terminato la lettura del libro tra l’altro molto significativo. Tuttavia mi auguro che negli anni a seguire farò ancora parte di questi magnifici incontri anche in altri quartieri perché per me è stata un’avventura straordinaria, anche se all’inizio come sempre c’era un po’ di vergogna ed imbarazzo. Spero che negli anni successivi continuerò ad avere un feeling con gli organizzatori sempre più saldo, perché con loro mi sono trovato davvero bene.
Amabili confini è un’associazione all’avanguardia che mancava alla città di Matera per mettere in luce anche le diverse zone tipo quartieri, borghi e periferie che vengono spesso trascurate dato che gli eventi culturali vengono organizzati sempre nel centro o nel rione “Sassi” di Matera, e questo non è un dato affatto positivo perché una città come Matera, Capitale Europea della Cultura 2019, deve farsi notare in tutto il suo fascino perché è proprio dalle aree meno visitate che nascono cose belle e qui ne abbiamo la prova.
Marco Guida
IV B Servizi Socio-sanitari
IIS “I. Morra”
da Amabili Confini | 24 Giu 2017 | Commenti, Edizione 2017
Positivo il bilancio del progetto all’insegna della partecipazione e della condivisione
Giunge al termine, con grande soddisfazione per il successo conseguito, la seconda edizione di Amabili Confini. Iniziativa di valorizzazione e rigenerazione delle periferie mediante la narrazione collettiva, ideato da Francesco Mongiello e promosso dall’associazione Gigli & Gigliastri.
Giovedì 22 giugno nel piazzale della Chiesa di San’Agnese, gli abitanti dei quartieri Lanera, Pini, Giustino Fortunato, Cappuccini ed Agna, hanno incontrato e condiviso con la scrittrice Viola Di Grado emozioni e riflessioni scaturite dal tema Terra. Appuntamento condotto dalla coordinatrice degli incontri di quartiere Maria Rosaria Salvatore. Giunti dall’ultima macroarea della città di Matera, sono stati letti e commentati: il racconto selezionato La terra di Leonardo Nicoletti, in gioco tra sogno e realtà, un volo su un’idea complessa ed emozionante della madre-terra; il testo sorteggiato Emozioni della giovane Elena Andrisani, ispirato da ricordi infantili, descrizione rassicurante della terra per la sua presenza silenziosa e per l’assenza di giudizio insita nella natura.
Sono stati ricordati La terra dei sogni. Stralci di un pazzo viaggio di Riccardo Strafella e Dalla terra, nella terra, per la terra: gli occhi di un archeologo in tre ricordi di Isabella Marchetta. Menzionati anche i componimenti di alcune studentesse del Liceo Linguistico “T. Stigliani”: Bouquet di Alessia Montefinese, Gratitudine di Marika Salatti, Il Nonno e la Terra di Mariantonietta Di Giulio, Il valore della diversità di Sonia Sulla, Malinconia di Antonella Priore, Un legame vitale di Alessandra Zambella.
Per il tema “Periferie Sociali” è stato proiettato il video del regista Vincenzo Lacovara, a cura di Sabina Paci e Rosanna Druda. Il video dà voce ad alcuni ragazzi richiedenti asilo, ospiti della Cooperativa Sociale Polis Mathera. All’incontro hanno partecipato Mohamed Sy Savane originario della Guinea, di cui è stato letto e commentato L’uomo e la terra, Dahoma Mamadou autore del racconto Il villaggio maledetto e Moumouni Kouassi della Costa d’Avorio con il suo 5 aprile 2012: Storia di una terra!. Come per la prima edizione, tutti i racconti pervenuti saranno inseriti in un’accurata antologia.
Venerdì 23 giugno, nella piazzetta antistante alla Chiesa del Purgatorio, Viola Di Grado ha presentato Bambini di ferro, edito da La nave di Teseo. Protagonista è una bambina orfana, ospite dell’Istituto Gokuraku. La piccola Sumiko non mangia, non parla e non interagisce con alcuno: i suoi occhi sono persi in un punto indefinito. L’assistente, che dovrebbe accudirla, sarà invece risucchiata in una spirale di silenzi e fissità, e costretta a fare i conti con un passato che credeva dimenticato. Ambientato in un Giappone di un’era imprecisata, Bambini di ferro è un potente romanzo sulla maternità, sui sentimenti più ancestrali, nell’oscillare vertiginoso tra la più antica tradizione buddista e la gelida essenza hi-tech di un futuro già presente.
Nata a Catania nel 1987, laureata in Lingue Orientali, Viola Di Grado ha vissuto a Kyoto, Leeds e Londra. È l’autrice di Settanta Acrilico Trenta Lana del 2011, romanzo vincitore del Premio Campiello Opera Prima, del Premio Rapallo Carige Opera Prima e finalista all’IMPAC Dublin Literary Award. Il romanzo Cuore Cavo del 2013 è stato finalista al PEN Literary Award. I suoi libri sono tradotti in otto Paesi.
Hanno conversato con la scrittrice, il responsabile del progetto Sergio Gallo e gli studenti di alcune scuole superiori materane: Marco Guida e Giuseppe Dell’Acqua (Servizi Socio Sanitari) e Angela Rizzo (Servizi Commerciali) dell’Istituto di Istruzione Superiore “I. Morra”; Elena Andrisani del Liceo Linguistico “T. Stigliani”; Arianna Antezza e Fabio Farina del Liceo Scientifico “D. Alighieri”; Francesco Contini e Francesco Colucci del Liceo Classico “E. Duni”. Hanno preso parte con una performance artistica che li ha visti disegnare in “estemporanea”, ispirati dai contenuti del romanzo e della conversazione in corso Michele Divincenzo, Michele Melodia e Saverio Saluzzi del Liceo Artistico “C. Levi”.
Il programma della seconda edizione di Amabili Confini si è svolto dal 23 maggio al 23 giugno e ha ospitato autori di rilievo nazionale, abbinati alle cinque aree in cui la città è stata suddivisa e ai racconti estratti per ciascuna macroarea. Amabili Confini ha invitato la comunità a scrivere e condividere i propri racconti attorno ad un tema prescelto. Hanno accompagnato i cittadini, in questo originale percorso di cultura partecipata Donatella Di Pietrantonio, Elena Stancanelli, Elena Varvello, Gianni Biondillo e Viola Di Grado. Ogni settimana, per due giornate consecutive, cittadini e scrittori si sono prestati ad un sorprendente gioco di scambi e di conoscenza reciproca. Il primo appuntamento, nei quartieri materani, è stato dedicato alla lettura ed al commento dei racconti sorteggiati e di quelli selezionati dalla redazione. Il secondo appuntamento, nel centro storico della città, è stato invece riservato alla promozione del romanzo più recente di ciascun illustre ospite. L’edizione 2017 ha introdotto due nuove sezioni: “fuori zona” per i testi provenienti da altre località e “periferie sociali” dedicata a gruppi o aree di persone che vivono ai margini della società. Gli incontri sono stati sempre scanditi dalle proiezioni su alcune testimonianze di vita nei quartieri e dalle video interviste curate dal giornalista Pasquale Doria e realizzate da Videouno. Ad imprimere i momenti più salienti di tutti gli incontri, gli scatti fotografici di Antonio Sansone.
La realizzazione del progetto Amabili confini è stata possibile grazie al prezioso contributo di partner privati e all’impegno del suo instancabile team: Sergio Gallo presidente dell’associazione Gigli & Gigliastri e responsabile del progetto, Francesco Mongiello, ideatore e direttore artistico, Maria Rosaria Salvatore coordinatrice degli incontri di quartiere, Andrea Fontanarosa responsabile del progetto grafico, Gessica Paolicelli ufficio stampa; Dalia Gravela, Angela Riccardi, Selena Andrisani e Brunella Manicone animatrici degli incontri nei quartieri, Genni Caiella illustratrice, Carlo Magni gestore sito web, Simona Scarcella
ideatrice logo e sito.