“La fine non è scritta… Amabili Confini per il momento chiude qui, ma nuove idee si stanno già affacciando. Questo è stato un incontro di anime, e le anime sono diventate alleate di passo.
Ora continueremo a camminare, divisi o uniti. L’importante è che si sia convergenti verso l’unico spettacolo che non potrà mai finire.”
Con queste parole ci eravamo lasciati nello scorso mese di giugno a Matera, nella piazzetta della Cittadinanza Attiva, alla fine dell’ultimo appuntamento di Amabili Confini. “Il progetto di rigenerazione culturale delle periferie – specificavamo in ogni occasione – attraverso lo strumento dell’autonarrazione”. Una specie di mantra, ripetuto a oltranza quasi temendo che la città potesse smarrirne la valenza. Quella valenza che cercavamo di trasmettere alle persone durante ogni incontro, con lo stesso entusiasmo con il quale Francesco Mongiello, con la sua idea di rivitalizzazione dei quartieri, aveva travolto noi del gruppo organizzatore sin dall’inizio.
Dopo quell’ultimo incontro di giugno sono seguiti giorni, settimane di riflessione. Cercavamo di raccogliere i pensieri, come trattenendo in un abbraccio il meraviglioso calore sprigionato da quell’esperienza di 7 settimane vissuta a stretto contatto con gli abitanti delle periferie.
C’era fermento. Volevamo ancora aggiungere qualcosa. Non per un senso di incompletezza. Piuttosto, perché c’era ancora tanto da dire, da raccontare, e da ascoltare. Tanto anche da raccogliere, e conservare.
Dopo l’estate, nuove idee hanno preso forma. Amabili Confini doveva vivere ancora, in una nuova edizione. Doveva essere tenuta salda la sua struttura che ribalta i ruoli sul campo, facendo diventare protagonisti gli abitanti delle periferie, e rafforzando il senso della comunità e dell’appartenenza. Eppure, allo stesso tempo, andavano innestate alcune novità che potessero aiutarci a scardinare altri confini, rendendoli amabili.
C’era però bisogno di un respiro maggiore. Amabili Confini, sebbene promosso ancora dall’Associazione Gigli e Gigliastri anche nel 2017, doveva diventare un’iniziativa con una propria identità riconoscibile. Ecco quindi un sito tutto dedicato al progetto, e spazi autonomi sui principali social, tutti targati d’ora in poi “Amabili Confini”.
Altri amici hanno condiviso questo nuovo percorso, con lo stesso, contagioso entusiasmo della prima edizione.
Per partire, manca pochissimo.
Noi, siamo pronti.
Sergio Gallo