Il 2019 è un anno di svolta non solo per Matera, che assume il ruolo di Capitale Europea della Cultura, ma anche per Amabili Confini: la rassegna, infatti, è diventata itinerante coinvolgendo ben 4 comuni della provincia: Miglionico, Montescaglioso, Irsina e Policoro.
Ciò è stato reso possibile grazie all’intesa raggiunta con 4 associazioni attive sul territorio e artefici di iniziative culturali di spessore: Culture in Movimento, KonArte, Cooperativa Arenacea e il Presidio del Libro Magna Grecia. Tali associazioni si sono incaricate di replicare Amabili Confini nei loro Comuni, contribuendo con entusiasmo e passione a ravvivare l’interesse per la scrittura e a innescare un nuovo modello di narrazione diffusa che si discosta nettamente dai canoni consueti dei premi letterari, offrendo a tutti la possibilità di esprimere le proprie inclinazioni.
Il tema della 4a edizione è stato “ORIZZONTI“.
La scelta si è focalizzata su un termine molto evocativo che potesse accendere la fantasia e l’immaginazione, sollecitare una riflessione sul presente e una visione del futuro usando, per esempio, quella parola come metafora per prefigurare un’idea diversa di società o soffermarsi su tematiche attuali o su episodi rilevanti intorno a cui costruire una storia; ognuno ha potuto scavare nella memoria per narrare di quei sogni realizzati o irrimediabilmente perduti che hanno rappresentato un orizzonte di vita, oppure esprimere la propria vena poetica, scrivendo in rima o in versi liberi.
Insomma, un tema che i partecipanti hanno declinato nel modo più confacente al loro “sentire”.
L’apertura di Amabili Confini 2019 è stata annunciata in occasione dell’anteprima, il 3 maggio, ed è iniziata ufficialmente il 16 maggio, proseguendo fino al 14 giugno, con un Amabili Confini Off (fuori programma) il 18 e 19 giugno.
Le macroaree di Matera
Macroarea A
Lanera
Pini
G. Fortunato
Cappuccini
Agna
Macroarea B
Granulari
San Giacomo
San Pardo
Macroarea C
Borgo La Martella
Venusio
Picciano
Macroarea D
Serra Rifusa
Villa Longo
Platani
Macroarea E
Spine Bianche
Piccianello
Serra Venerdì
Sezioni
Periferie sociali, in cui si dà voce, mediante i loro racconti, a chi vive ai margini della comunità, come i migranti, e a chi ne è totalmente escluso, come i detenuti della Casa Circondariale di Matera.
Fuori zona, riservato ai racconti pervenuti da altri luoghi della Basilicata e da altre Regioni italiane.
Esperanto, metafora con la quale si intende sublimare la funzione cui dovrebbe assolvere la Cultura, conferendole un linguaggio universale. In questa sezione si darà spazio ad esperimenti di cultura partecipata e di buone pratiche di condivisione con altri Paesi europei.
Amabili versi: alla rassegna si potrà partecipare non solo con i racconti ma anche con le poesie, ispirate al tema della quarta edizione. Grazie alla collaborazione con l’associazione Matera Poesia 1995 il testo selezionato verrà menzionato e letto in occasione della cerimonia di premiazione del concorso nazionale artistico-letterario Una cartolina da Matera.
Amabili libri: in occasione dell’incontro con l’autore, organizzato e autogestito dagli studenti e in programma ogni venerdì mattina, per cinque settimane, in alcune scuole della città, si darà spazio alla lettura di un brano tratto da un capolavoro del 900 che verrà commentato dallo scrittore ospite della rassegna.
Amabili Alchimìe: la rassegna si propone anche l’obiettivo di tessere relazioni e sinergie con altre associazioni culturali attive nel territorio lucano e non solo, dando loro l’opportunità di organizzare la rassegna nei Comuni in cui operano. In questo modo, grazie all’attivismo e all’entusiasmo di tanti appassionati, si innescheranno scambi e contaminazioni, emergeranno talenti, si svilupperanno nuove idee, contribuendo insieme a immettere nuova linfa nella programmazione culturale, a rinvigorire la comunità e a rinfocolare il desiderio di partecipazione.
Gli scrittori
PIERLUIGI BATTISTA
Roma, 1955
È inviato ed editorialista del “Corriere della Sera”, di cui è stato vicedirettore dal 2004 al 2009. Ha lavorato come inviato alla “Stampa” e come condirettore a “Panorama”. Per La7 ha condotto il programma “Altra Storia” (2003-2007). Tra i suoi libri ricordiamo: La fine dell’innocenza. Utopia, totalitarismo e comunismo (Marsilio, 2000), Cancellare le tracce. Il caso Grass e il silenzio degli intellettuali italiani dopo il fascismo (Rizzoli, 2007), La fine del giorno. Un diario (Rizzoli, 2013), I libri sono pericolosi, perciò li bruciano (Rizzoli, 2014),
Mio padre era fascista (Mondadori, 2016), A proposito di Marta (Mondadori, 2017) e Il senso di colpa del dottor Zivago (La nave di Teseo, 2018).
ERALDO AFFINATI
Roma,1956
Ha pubblicato Veglia d’armi. L’uomo di Tolstoj (1992), Soldati del 1956 (1993), Bandiera bianca (1995), Patto giurato. La poesia di Milo De Angelis (1996), Campo del sangue (finalista al premio Strega e vincitore del premio Selezione Campiello 1997), Uomini pericolosi (1998), Il nemico negli occhi(2001), Un teologo contro Hitler. Sulle tracce di Dietrich Bonhoeffer (2002), Secoli di gioventù (2004), Compagni segreti. Storie di viaggi, bombe e scrittori (2006), La Città dei Ragazzi (2008), Berlin (2009), Peregrin d’amore. Sotto il cielo degli scrittori d’Italia (2010), L’11 settembre di Eddy il ribelle (2011), Elogio del ripetente (2013), Vita di vita (2014), L’uomo del futuro. Sulle strade di don Lorenzo Milani (finalista al premio Strega 2016). Ha curato l’edizione completa delle opere di Mario Rigoni Stern, Storie dall’Altipiano (2003). Insieme alla moglie Anna Luce Lenzi ha fondato la Penny Wirton, una scuola d’italiano per stranieri. È autore, con la moglie, di Italiani anche noi. Corso di italiano per stranieri. Il libro della scuola Penny Wirton (2011-2015). Il suo nuovo romanzo è Tutti i nomi del mondo (Mondadori, 2018)
MARY BARBARA TOLUSSO
Pordenone
Vive tra Trieste e Milano. Ha pubblicato alcune raccolte di poesia e i romanzi L’Imbalsamatrice (Gaffi, 2010) e L’esercizio del distacco (Bollati Boringhieri, 2018). È presente nell’antologia Velocità della visione. Poeti dopo il Duemila (Fondazione Mondadori, 2017). Ha tradotto Giacomino da Verona per il volume Visioni dell’aldilà prima di Dante (Mondadori, 2017). Ha vinto il Premio Pasolini (2014) e il Premio Fogazzaro (2012).
PAOLO GIORDANO
Torino,1982
È autore di quattro romanzi: La solitudine dei numeri primi (Mondadori 2008, Premio Strega e Premio Campiello Opera Prima), Il corpo umano (Mondadori 2012), Il nero e l’argento (Einaudi 2014) e Divorare il cielo (Einaudi, 2018). Ha scritto per il teatro (Galois e Fine pena: ora) e collabora con il «Corriere della Sera».
ROSSELLA MILONE
Pompei, 1979
Ha vissuto a Napoli e poi si è trasferita a Roma. Nel 2007 un suo testo ha avuto la menzione di merito al Premio Calvino. Ha pubblicato presso Einaudi La memoria dei vivi (2008), Poche parole, moltissime cose (2013) e Cattiva (2018); presso Laterza Nella pancia, sulla schiena, tra le mani (2011) e presso Avagliano Prendetevi cura delle bambine (2007). Un suo racconto è contenuto nell’antologia L’età della febbre (minimum fax, 2015) che raccoglie alcune delle voci più interessanti della narrativa contemporanea. Presso minimum fax, sempre nel 2015, è uscito il libro, composto da sei racconti, Il silenzio del lottatore. Coordina “Cattedrale”, l’osservatorio sul racconto.
DANIELE MENCARELLI
Roma, 1975
Vive ad Ariccia. Ha pubblicato quattro raccolte di poesie: I giorni condivisi (poeti di clanDestino, 2001), Bambino Gesù ospedale pediatrico (Tipografie Vaticane, 2001), Guardia alta, (Niebo-La vita felice, 2005), Bambino Gesù (Nottetempo, 2010, vincitore del premio Città di Atri, finalista ai premi Luzi, Brancati, Montano, Frascati, Ceppo), Figlio (Nottetempo, 2013), La Croce è una via (Edizioni della Meridiana, 2013) e Storia d’amore (Collana Gialla PordenoneLegge, LietoColle, 2015). Da diversi anni si occupa di fiction per conto della Rai. In narrativa ha pubblicato Luci di Natale (Graphe Edizioni, 2014). Nel 2018 esce il suo primo romanzo La casa degli sguardi (Mondadori).
NADIA TERRANOVA
Messina, 1978
È laureata in filosofia, dottorata in storia moderna e vive a Roma. Collabora con diverse testate tra cui Repubblica, Internazionale e il Foglio, è docente alla Scuola del libro di Roma ed è fra gli autori di Pascal su Radio Due Rai. Per ragazzi ha pubblicato Caro diario ti scrivo… (Sonda, 2011, segnalato al Premio Elsa Morante Ragazzi, vincitore del Premio Mariele Ventre); Bruno il bambino che imparò a volare (Orecchio Acerbo, 2012, Premio Napoli, Premio Laura Orvieto, tradotto in Spagna, Messico, Polonia e Lituania); Storia d’agosto, di Agata e d’inchiostro (Sonda, 2012); Le mille e una notte (laNuovaFrontiera jr, 2013); Le nuvole per terra (Einaudi Ragazzi, 2015, selezionato al Premio Bancarellino), Casca il mondo (Oscar Primi Junior, Mondadori, finalista al Premio Cento e al Premio Gigante delle Langhe).
Nel 2015 è uscito il suo romanzo d’esordio Gli anni al contrario (Einaudi Stile Libero, 2015 e poi Einaudi Super ET, 2016; vincitore dei premi Brancati, Fiesole, Grotte della Gurfa, Bagutta Opera Prima, Viadana e Viadana Giovani, Bergamo, Adotta un esordiente, Premio Narrativa Anni di Piombo Luigi Di Rosa e del premio italo-americano The Bridge Award per la narrativa, tradotto in Francia e in corso di traduzione negli USA). Il suo nuovo romanzo è Addio fantasmi (Einaudi, 2018).
Programma completo
3 MAGGIO 2019
Ospite: Pierluigi Battista
Ore: 18:30
Dove: Matera – Biblioteca Provinciale “T. Stigliani” – Sala “Laura Battista”
Dialoga con l’autore: Simonetta Sciandivasci (giornalista)
Il senso di colpa del Dottor Zivago
Quando il 16 agosto del 1960 la polizia sovietica bussa alla porta di Olga Ivinskaja, la donna conosce già il motivo di quella visita sgradita. Da quindici anni è infatti l’amante, l’amica, la confidente dello scrittore Boris Pasternak, diventato un nemico della patria all’indomani della pubblicazione clandestina del Dottor Živago. Olga è entrata a tal punto nel cuore di Boris da ispirare la protagonista femminile del romanzo, l’immortale Lara. Nel 1960 Pasternak è ormai morto da qualche mese, sono passati tre anni dalla prima edizione del romanzo e due anni dal Premio Nobel che è stato costretto a non ritirare, così Olga finisce in Siberia dopo un processo sommario. È solo l’ultimo capitolo, postumo, della vita sentimentale di uno scrittore irregolare, segnata da amori folli e abbandoni repentini: dalla seconda moglie Zinaida, rubata a un amico, alla poetessa Marina Cvetaeva, fino all’incontro folgorante con la sua nuova musa, Olga. Intorno, scorre la vita ambigua di Pasternak verso un regime che contesta in privato ma che non esita ad appoggiare pubblicamente, tradendo gli ideali dei compagni intellettuali come Anna Achmatova e Osip Mandel’štam, che conoscevano gli orrori della Lubjanka.
Pierluigi Battista racconta la vita da romanzo di Boris Pasternak, una storia avvincente di donne e poeti, spie e carteggi segreti, in cui si intrecciano pericolosamente letteratura e passione.
23 MAGGIO 2019
Ospite: Mary B. Tolusso
Ore: 18:30
Dove: Matera – p.zza S. Francesco (di fronte ex Banca d’Italia)
Dialogano con l’autrice: Antonella Radogna (docente) e Francesco Farella (docente)
L’esercizio del distacco
Questo romanzo ha una storia breve, ma che non lascia mai il lettore. E una volta chiuso, l’eco resta a lungo. Sono in tre: Emma, David e la protagonista. Vivono in un collegio a pochi passi da un confine immerso nei boschi e nel vento. Fuori c’è una Trieste segreta, mai nominata. Lontani dai propri genitori, i ragazzi crescono educati all’ordine e al controllo delle passioni. Il loro è un triangolo elettivo: un’amicizia più facile con l’esuberante Emma, una seducente competizione con David, il ragazzo dal cuore appuntito. I tre si amano con lo slancio incondizionato dell’adolescenza e con il terrore di abbandonarsi all’amore vero. Finché crescono tra le mura protette della scuola la vita scorre disarmante tra lo studio, lo sport e le passeggiate nei viali del parco. Non s’interrogano troppo sul loro futuro, né sul perché la loro educazione sia concepita per fronteggiare destini interminabili. Non immaginano che le loro vite, un tempo così intrecciate, si divideranno. Anni dopo a legarli rimane solo una fotografia e il mistero delle loro esistenze. Della grande amicizia con Emma, dell’amore per David e della passione per Nicolas, il giovane anarchico incontrato oltreconfine, non è rimasto quasi nulla. Eppure non si può fare a meno di inseguire quel tempo perduto, chiedendosi: a cosa erano destinati loro?
L’esercizio del distacco è prima di tutto una grande storia d’amore scritta in una prosa unica, malinconica e intrisa di poesia. Un romanzo visionario che mette in scena il più terribile dei desideri umani, quello che ci spinge a sognare un’esistenza più lunga, un amore eterno.
31 MAGGIO 2019
Ospite: Paolo Giordano
Ore: 18:30
Dove: Montescaglioso – Abbazia di S. Michele Arcangelo
Dialoga con l’autore: Luciano Antezza (psicologo)
Divorare il cielo
Se quei tre ragazzi non fossero andati di notte a buttarsi nella sua piscina, il destino di Teresa sarebbe stato diverso. Lei ha quattordici anni quando li vedi tutti nudi schizzarsi e ridere della loro bravata, e “famelica di qualsiasi contatto umano” com’è, lei torinese in vacanza nella villa della nonna in Puglia, non può che andare a cercarli, e una volta che li avrà trovati la sua vita sarà segnata per sempre. Nicola, Tommaso e Bern vivono nella masseria vicina alla villa con i genitori del primo, una coppia molto religiosa e molto alternativa. Ad affascinare
Teresa è l’enigmatico Bern, con cui comincia una relazione che le toglie il respiro e la fa palpitare dal desiderio anche una volta tornata a Torino.
La vicenda raccontata in Divorare il cielo, il nuovo libro di Paolo Giordano, uscito da Einaudi, copre un arco temporale di vent’anni: Bern sparisce e Teresa smette di passare le estati dalla nonna; al funerale di questa lo rivede e abbandona la famiglia e l’università per restare con lui nella masseria con altre due coppie; quando il progetto di una comune dedita all'”agricoltura del non fare”, rispettosa dei ritmi naturali, fallisce e il gruppo si scioglie, loro puntano tutto su un figlio, e non riuscendo ad averlo, tentano l’inseminazione artificiale; si lasciano e prima del finale in masseria c’è persino una parentesi islandese.
Ricco di temi, salti temporali, rivelazioni a sorpresa, colpi di scena, Divorare il cielo conferma il talento narrativo di Giordano, la sua capacità di inchiodare un momento apparentemente insignificante della vita delle persone e di caricarlo emotivamente fino all’inverosimile.
13 GIUGNO 2019
Ospite: Daniele Mencarelli
Ore: 18:30
Dove: Matera – San Pardo (slargo vico G. Bruno)
Dialogano con l’autore: Antonio De Sortis (traduttore) e Vita Santoro (antropologa).
Nel corso dell’incontro vengono annunciati i due racconti selezionati provenienti dalla macroarea B (Granulari, San Giacomo, San Pardo) e le due poesie scelte tra quelle pervenute da tutte le macroaree di Matera. Gli autori dei testi selezionati conversano con Daniele Mencarelli.
La casa degli sguardi
Daniele è un giovane poeta oppresso da un affanno sconosciuto, “una malattia invisibile all’altezza del cuore, o del cervello”. Si rifiuta di obbedire automaticamente ai riti cui sembra sottostare l’umanità: trovare un lavoro, farsi una famiglia… la sua vita è attratta piuttosto dal gorgo del vuoto, e da quattro anni è in caduta “precisa come un tuffo da olimpionico”. Non ha più nemmeno la forza di scrivere, e la sua esistenza sembra priva di uno scopo. È per i suoi genitori che Daniele prova a chiedere aiuto, deve riuscire a sopravvivere, lo farà attraverso il lavoro. Il 3 marzo del 1999 firma un contratto con una cooperativa legata all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma.
In questa “casa” speciale, abitata dai bambini segnati dalla malattia, sono molti gli sguardi che incontra e che via via lo spingeranno a porsi una domanda scomoda: perché, se la sofferenza pare essere l’unica legge che governa il mondo, vale comunque la pena di vivere e provare a costruire qualcosa?
Le risposte arriveranno, al di là di qualsiasi retorica e con deflagrante potenza, dall’esperienza quotidiana di fatica e solidarietà tra compagni di lavoro, in un luogo come il Bambino Gesù, in cui l’essenza della vita si mostra in tutta la sua brutalità e negli squarci di inattesa bellezza. Qui Daniele sentirà dentro di sé un invito sempre più imperioso a non chiudere gli occhi, e lo accoglierà come un dono.
Con la lingua precisa e affilata del poeta, Daniele Mencarelli ci offre con grazia cruda il racconto coraggioso del rifugio cercato nell’alcol, della spirale di solitudine, prostrazione e vergogna di quegli anni bui, e della
progressiva liberazione dalla sofferenza fino alla straordinaria rinascita.
16 MAGGIO 2019
Ospite: Eraldo Affinati
Ore: 18:30
Dove: Matera – Villa Longo (p.zza Firenze, accanto Presidio sanitario)
Dialogano con l’autore: Antonella Ciervo (giornalista) e Saverio Ciccimarra (docente)
Via dalla pazza classe
Cosa significa educare? Il difficile momento di trasformazione sociale e culturale che stiamo attraversando sembra impedire a genitori e insegnanti di rispondere a questa domanda. Si tratta tuttavia di una questione decisiva per provare a comprendere i tanti cambiamenti in corso.
Partendo dalla straordinaria testimonianza delle scuole Penny Wirton per l’insegnamento gratuito della lingua italiana agli immigrati, Eraldo Affinati racconta la storia di una nuova esperienza didattica dove ci si guarda negli occhi,
sedendo allo stesso tavolo, senza classi e senza voti, in una relazione d’amicizia e simpatia.
Nel suo diario personale e pubblico, in cui s’intrecciano la dimensione pedagogica e letteraria, troveremo una preziosa riflessione su temi cruciali: la responsabilità di chi viene chiamato a formare i ragazzi, i viaggi della speranza mischiati a quelli della morte, i fantasmi della Shoah, la natura equivoca della nuova libertà digitale,
gli adulti fragili, il rischio delle parole gratuite e delegittimate, la potenza del vero volontariato, il nodo
spinoso del giudizio e della valutazione, il possibile inganno della risposta esatta e il valore paradossale
di quella sbagliata. Insegnare, scrivere e parlare chiamano in causa il nostro modo di stare insieme e ci
spingono a ripensare un’idea dell’Europa.
Guidato dai maestri che hanno segnato il suo percorso umano e culturale, da Lev Tolstoj a Dietrich Bonhoeffer, da Michel de Certaud a Don Lorenzo Milani, da Silvio D’Arzo a Mario Rigoni Stern, lo scrittore ci consegna, nello stile lirico e speculativo a lui più congeniale, il referto implacabile della crisi etica che stiamo vivendo. Ma in questo libro formula anche un’importante scommessa sul futuro, non teorica bensì militante, invitandoci a puntare tutto sulla capacità di rinascita degli adolescenti italiani che insegnano la nostra lingua ai loro coetanei provenienti da ogni parte del mondo.
24 MAGGIO 2019
Ospite: Mary B. Tolusso
Ore: 18:30
Dove: Montescaglioso – Abbazia di S. Michele Arcangelo
Dialoga con l’autrice: Federico Scialpi (scrittore)
L’esercizio del distacco
Questo romanzo ha una storia breve, ma che non lascia mai il lettore. E una volta chiuso, l’eco resta a lungo. Sono in tre: Emma, David e la protagonista. Vivono in un collegio a pochi passi da un confine immerso nei boschi e nel vento. Fuori c’è una Trieste segreta, mai nominata. Lontani dai propri genitori, i ragazzi crescono educati all’ordine e al controllo delle passioni. Il loro è un triangolo elettivo: un’amicizia più facile con l’esuberante Emma, una seducente competizione con David, il ragazzo dal cuore appuntito. I tre si amano con lo slancio incondizionato dell’adolescenza e con il terrore di abbandonarsi all’amore vero. Finché crescono tra le mura protette della scuola la vita scorre disarmante tra lo studio, lo sport e le passeggiate nei viali del parco. Non s’interrogano troppo sul loro futuro, né sul perché la loro educazione sia concepita per fronteggiare destini interminabili. Non immaginano che le loro vite, un tempo così intrecciate, si divideranno. Anni dopo a legarli rimane solo una fotografia e il mistero delle loro esistenze. Della grande amicizia con Emma, dell’amore per David e della passione per Nicolas, il giovane anarchico incontrato oltreconfine, non è rimasto quasi nulla. Eppure non si può fare a meno di inseguire quel tempo perduto, chiedendosi: a cosa erano destinati loro?
L’esercizio del distacco è prima di tutto una grande storia d’amore scritta in una prosa unica, malinconica e intrisa di poesia. Un romanzo visionario che mette in scena il più terribile dei desideri umani, quello che ci spinge a sognare un’esistenza più lunga, un amore eterno.
07 GIUGNO 2019
Ospite: Rossella Milone
Ore: 18:30
Dove: Matera – Agna (piazzetta Chiesa di S. Agnese)
Dialogano con l’autrice: Annalisa Montinaro (presidente associazione Lo Sguardo di Omero) e Mimmo Calbi (docente)
Cattiva
Accanto ad ogni culla, ciondolano dal sonno due genitori appena nati. Un giovane uomo intenerito e forte, una giovane donna sorpresa e tramortita, che imparano a spostarsi dal centro del mondo. Perché quella bimba tutta rosa che agita i morbidi piedini è inoffensiva solo all’apparenza. Soffice ma imperativa come un peso piuma, ha stravolto tutto in un istante.
«Passiamo ore così, a fissarci e a non sapere che fare. Mi viene da dirle, Ma che vuoi da me. Io non ti merito. E lei mi guarda. Perché sa che in qualche modo la merito, anche se non sa come dirmelo».
Alle tre di notte, mentre la città riposa, la madre e la figlia sono sul divano. Una ha due mesi e urla come un’ossessa, l’altra ha trent’anni e fissa la parete, coi piedi scalzi, cercando di ricordarsi com’era vivere quando di notte si dormiva. La scrittura materica e sensuale di Rossella Milone ritrae con esattezza la battaglia di emozioni che accompagna la nascita del primo figlio.
Questo romanzo riesce in un’impresa impossibile: raccontare l’accidentato e recalcitrante processo che trasforma una coppia in una coppia di genitori. «Le madri e i padri posseggono millenni di esperienza alle spalle, ma nessuno in tutta l’evoluzione umana è mai diventato un genitore perfetto».
Perché un figlio è prima di ogni altra cosa una rivoluzione cognitiva, e quando è troppo presto per parlare
d’amore forse è proprio il momento giusto per farlo.
14 GIUGNO 2019
Ospite: Daniele Mencarelli
Ore: 12:00
Dove: Matera – Liceo Classico “E. Duni”
Coordinatore prof. Michele Andrisani. Dialogano con l’autore gli studenti: Andrea Moramarco (IV A), Giammichele Micucci
(IV A), Antonio Pio Lamacchia Acito (IV A)
Ore: 18:30
Dove: Irsina – Chiostro ex convento San Francesco
Dialogano con l’autore: Francesca Gagliardi (docente) e Carmelo Benvenuto (dottorando in filologia classica)
La casa degli sguardi
Daniele è un giovane poeta oppresso da un affanno sconosciuto, “una malattia invisibile all’altezza del cuore, o del cervello”. Si rifiuta di obbedire automaticamente ai riti cui sembra sottostare l’umanità: trovare un lavoro, farsi una famiglia… la sua vita è attratta piuttosto dal gorgo del vuoto, e da quattro anni è in caduta “precisa come un tuffo da olimpionico”. Non ha più nemmeno la forza di scrivere, e la sua esistenza sembra priva di uno scopo. È per i suoi genitori che Daniele prova a chiedere aiuto, deve riuscire a sopravvivere, lo farà attraverso il lavoro. Il 3 marzo del 1999 firma un contratto con una cooperativa legata all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma.
In questa “casa” speciale, abitata dai bambini segnati dalla malattia, sono molti gli sguardi che incontra e che via via lo spingeranno a porsi una domanda scomoda: perché, se la sofferenza pare essere l’unica legge che governa il mondo, vale comunque la pena di vivere e provare a costruire qualcosa?
Le risposte arriveranno, al di là di qualsiasi retorica e con deflagrante potenza, dall’esperienza quotidiana di fatica e solidarietà tra compagni di lavoro, in un luogo come il Bambino Gesù, in cui l’essenza della vita si mostra in tutta la sua brutalità e negli squarci di inattesa bellezza. Qui Daniele sentirà dentro di sé un invito sempre più imperioso a non chiudere gli occhi, e lo accoglierà come un dono.
Con la lingua precisa e affilata del poeta, Daniele Mencarelli ci offre con grazia cruda il racconto coraggioso del rifugio cercato nell’alcol, della spirale di solitudine, prostrazione e vergogna di quegli anni bui, e della
progressiva liberazione dalla sofferenza fino alla straordinaria rinascita.
19 GIUGNO 2019
Ospite: Nadia Terranova
Ore: 11:00
Dove: Matera – Unibas (Università degli Studi della Basilicata)
Coordinatore prof. Domenico Copertino. Dialogano con l’autrice gli studenti dell’associazione Dicemus
Ore: 18:30
Dove: Miglionico – Castello del Malconsiglio
Dialogano con l’autrice: Maria Grazia D’Alessandro (avvocato) e Graziana Ventura (presidente associazione Culture in Movimento
Addio fantasmi
Addio fantasmi è un libro sulla perdita e sull’aspirazione a superarla: “tutti desideriamo qualcuno che ci ha lasciato, vorremmo con lui prendere un’ultima volta un bicchiere di vino fra i tavoli di un vicolo, fargli ancora le domande che gli abbiamo già fatto, abbandonarci al tepore, agli abbracci, a un profumo perduto, ispido e familiare, così come ci appare in sogno perché non potrebbe accadere nella realtà? Una volta, una volta soltanto.” Nadia Terranova dà voce a Ida che a trentasei anni torna a Messina per aiutare la madre a sgombrare la casa in cui loro due hanno vissuto, prima con il padre, sparito quando lei aveva tredici anni, e poi da sole.
La fuga di Sebastiano, dopo un periodo di intensa depressione, ha condizionato la vita di Ida, i suoi rapporti con la madre (lui è stato il sottointeso dei loro discorsi, il perno del loro attaccamento alle cose, e non hanno mai affrontato apertamente le reciproche ferite), e i suoi rapporti con Pietro, il marito che ama, ma con cui dopo un po’ si è inceppato il meccanismo del desiderio. Ida adolescente ha sentito la sparizione del padre come una propria sconfitta; era a lei che la madre disperata aveva delegato il compito di stare accanto al marito; da adulta sulla scena del delitto si trova ad affrontare tutto il proprio rimosso. Sogna molto Ida, e anche sveglia vede in casa e per strada istantanee del proprio passato.
Rincontrare la sua amica Sara, raccogliere le confidenze straziate di Nikos, il giovane operaio che aggiusta il suo
tetto, parlare finalmente con la madre consentono a Ida di ripartire da Messina con una nuova consapevolezza di sé. Un libro catartico per chi l’ha scritto e per chi lo legge, per la sua capacità di dar corpo ai fantasmi, a tutti i fantasmi, non solo ai propri, con una lingua meravigliosamente evocativa nella sua concretezza.
17 MAGGIO 2019
Ospite: Eraldo Affinati
Ore: 18:30
Dove: Miglionico – Castello del Malconsiglio
Dialogano con l’autore: Katia Montemurro (docente) e Graziana Ventura (presidente associazione Culture in Movimento)
Via dalla pazza classe
Cosa significa educare? Il difficile momento di trasformazione sociale e culturale che stiamo attraversando sembra impedire a genitori e insegnanti di rispondere a questa domanda. Si tratta tuttavia di una questione decisiva per provare a comprendere i tanti cambiamenti in corso.
Partendo dalla straordinaria testimonianza delle scuole Penny Wirton per l’insegnamento gratuito della lingua italiana agli immigrati, Eraldo Affinati racconta la storia di una nuova esperienza didattica dove ci si guarda negli occhi,
sedendo allo stesso tavolo, senza classi e senza voti, in una relazione d’amicizia e simpatia.
Nel suo diario personale e pubblico, in cui s’intrecciano la dimensione pedagogica e letteraria, troveremo una preziosa riflessione su temi cruciali: la responsabilità di chi viene chiamato a formare i ragazzi, i viaggi della speranza mischiati a quelli della morte, i fantasmi della Shoah, la natura equivoca della nuova libertà digitale,
gli adulti fragili, il rischio delle parole gratuite e delegittimate, la potenza del vero volontariato, il nodo
spinoso del giudizio e della valutazione, il possibile inganno della risposta esatta e il valore paradossale
di quella sbagliata. Insegnare, scrivere e parlare chiamano in causa il nostro modo di stare insieme e ci
spingono a ripensare un’idea dell’Europa.
Guidato dai maestri che hanno segnato il suo percorso umano e culturale, da Lev Tolstoj a Dietrich Bonhoeffer, da Michel de Certaud a Don Lorenzo Milani, da Silvio D’Arzo a Mario Rigoni Stern, lo scrittore ci consegna, nello stile lirico e speculativo a lui più congeniale, il referto implacabile della crisi etica che stiamo vivendo. Ma in questo libro formula anche un’importante scommessa sul futuro, non teorica bensì militante, invitandoci a puntare tutto sulla capacità di rinascita degli adolescenti italiani che insegnano la nostra lingua ai loro coetanei provenienti da ogni parte del mondo.
30 MAGGIO 2019
Ospite: Paolo Giordano
Ore: 18:30
Dove: Matera – Aula Magna don Tonino Bello – Parrocchia Maria SS Addolorata (Viale delle Nazioni Unite)
Dialogano con l’autore: Marinunzia Fanelli (psicologa) e Roberto Moliterni (scrittore)
Divorare il cielo
Se quei tre ragazzi non fossero andati di notte a buttarsi nella sua piscina, il destino di Teresa sarebbe stato diverso. Lei ha quattordici anni quando li vedi tutti nudi schizzarsi e ridere della loro bravata, e “famelica di qualsiasi contatto umano” com’è, lei torinese in vacanza nella villa della nonna in Puglia, non può che andare a cercarli, e una volta che li avrà trovati la sua vita sarà segnata per sempre. Nicola, Tommaso e Bern vivono nella masseria vicina alla villa con i genitori del primo, una coppia molto religiosa e molto alternativa. Ad affascinare
Teresa è l’enigmatico Bern, con cui comincia una relazione che le toglie il respiro e la fa palpitare dal desiderio anche una volta tornata a Torino.
La vicenda raccontata in Divorare il cielo, il nuovo libro di Paolo Giordano, uscito da Einaudi, copre un arco temporale di vent’anni: Bern sparisce e Teresa smette di passare le estati dalla nonna; al funerale di questa lo rivede e abbandona la famiglia e l’università per restare con lui nella masseria con altre due coppie; quando il progetto di una comune dedita all'”agricoltura del non fare”, rispettosa dei ritmi naturali, fallisce e il gruppo si scioglie, loro puntano tutto su un figlio, e non riuscendo ad averlo, tentano l’inseminazione artificiale; si lasciano e prima del finale in masseria c’è persino una parentesi islandese.
Ricco di temi, salti temporali, rivelazioni a sorpresa, colpi di scena, Divorare il cielo conferma il talento narrativo di Giordano, la sua capacità di inchiodare un momento apparentemente insignificante della vita delle persone e di caricarlo emotivamente fino all’inverosimile.
08 GIUGNO 2019
Ospite: Rossella Milone
Ore: 11:00
Dove: Matera – Liceo Classico “E. Duni”
Coordinatore: prof. Mimmo Calbi. Dialogano con l’autrice gli studenti: Chiara Ditaranto (III D) e Maia Curti (III D
Ore: 18:30
Dove: Policoro – Giardini Murati
Dialoga con l’autrice: Gabriella Orofino (impiegata)
Cattiva
Accanto ad ogni culla, ciondolano dal sonno due genitori appena nati. Un giovane uomo intenerito e forte, una giovane donna sorpresa e tramortita, che imparano a spostarsi dal centro del mondo. Perché quella bimba tutta rosa che agita i morbidi piedini è inoffensiva solo all’apparenza. Soffice ma imperativa come un peso piuma, ha stravolto tutto in un istante.
«Passiamo ore così, a fissarci e a non sapere che fare. Mi viene da dirle, Ma che vuoi da me. Io non ti merito. E lei mi guarda. Perché sa che in qualche modo la merito, anche se non sa come dirmelo».
Alle tre di notte, mentre la città riposa, la madre e la figlia sono sul divano. Una ha due mesi e urla come un’ossessa, l’altra ha trent’anni e fissa la parete, coi piedi scalzi, cercando di ricordarsi com’era vivere quando di notte si dormiva. La scrittura materica e sensuale di Rossella Milone ritrae con esattezza la battaglia di emozioni che accompagna la nascita del primo figlio.
Questo romanzo riesce in un’impresa impossibile: raccontare l’accidentato e recalcitrante processo che trasforma una coppia in una coppia di genitori. «Le madri e i padri posseggono millenni di esperienza alle spalle, ma nessuno in tutta l’evoluzione umana è mai diventato un genitore perfetto».
Perché un figlio è prima di ogni altra cosa una rivoluzione cognitiva, e quando è troppo presto per parlare
d’amore forse è proprio il momento giusto per farlo.
18 GIUGNO 2019
Ospite: Nadia Terranova
Ore: 18:30
Dove: Matera – p.zza S. Francesco (di fronte ex Banca d’Italia)
Dialogano con l’autrice: Salvatore D’Alessio (Leggo Quindi Sono) e Simona Nardulli (ingegnere)
Addio fantasmi
Addio fantasmi è un libro sulla perdita e sull’aspirazione a superarla: “tutti desideriamo qualcuno che ci ha lasciato, vorremmo con lui prendere un’ultima volta un bicchiere di vino fra i tavoli di un vicolo, fargli ancora le domande che gli abbiamo già fatto, abbandonarci al tepore, agli abbracci, a un profumo perduto, ispido e familiare, così come ci appare in sogno perché non potrebbe accadere nella realtà? Una volta, una volta soltanto.” Nadia Terranova dà voce a Ida che a trentasei anni torna a Messina per aiutare la madre a sgombrare la casa in cui loro due hanno vissuto, prima con il padre, sparito quando lei aveva tredici anni, e poi da sole.
La fuga di Sebastiano, dopo un periodo di intensa depressione, ha condizionato la vita di Ida, i suoi rapporti con la madre (lui è stato il sottointeso dei loro discorsi, il perno del loro attaccamento alle cose, e non hanno mai affrontato apertamente le reciproche ferite), e i suoi rapporti con Pietro, il marito che ama, ma con cui dopo un po’ si è inceppato il meccanismo del desiderio. Ida adolescente ha sentito la sparizione del padre come una propria sconfitta; era a lei che la madre disperata aveva delegato il compito di stare accanto al marito; da adulta sulla scena del delitto si trova ad affrontare tutto il proprio rimosso. Sogna molto Ida, e anche sveglia vede in casa e per strada istantanee del proprio passato.
Rincontrare la sua amica Sara, raccogliere le confidenze straziate di Nikos, il giovane operaio che aggiusta il suo
tetto, parlare finalmente con la madre consentono a Ida di ripartire da Messina con una nuova consapevolezza di sé. Un libro catartico per chi l’ha scritto e per chi lo legge, per la sua capacità di dar corpo ai fantasmi, a tutti i fantasmi, non solo ai propri, con una lingua meravigliosamente evocativa nella sua concretezza.
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